Da Ponte ((Ponte (da). Nobili Veneti e Conti dell’Impero Austriaco. I Da Ponte furono una famiglia patrizia veneziana, annoverata fra le cosiddette Case Nuove. Sull’ipotesi riguardo alla data d’aggregazione dei Da Ponte al patriziato della città lagunare: alcuni vorrebbero questo casato antichissimo in Venezia, presente in Maggior Consiglio già prima della serrata e confermato anche dopo il 1297; altri, invece, ritengono che i Da Ponte, originari di Ferrara, probabilmente giunsero in laguna praticando l’attività mercantile e per la loro ricchezza fossero annoverati nel Libro d’Oro del patriziato veneto nel 1473. I Da Ponte avevano cospicui interessi in Oriente, ma nel 1470, con la perdita di Negroponte da parte dell’Impero Ottomano, la famiglia si ritrovò in gravissime condizioni finanziarie. Secondo Marco Barbaro Giovanni Da Ponte, lasciando l’isola, avrebbe naufragato perdendo una nave carica di ricchezze. Riuscì a giungere un nuovo splendore nel corso del Cinquecento, con l’elezione al titolo dogale dell’anziano Nicolò Da Ponte (Venezia, 15 gennaio1491 – Venezia, 30 luglio1585) che fu l’87º doge della Repubblica di Venezia dal 1578 al 1585. Nato a Sant’Agnese dal patrizio Antonio e da Regina Spandolino, originaria di Costantinopoli, seguì lezioni di filosofia all’Università di Padova, non concluse però gli studi, forse per lo scoppio della guerra della Lega di Cambrai. Riuscì comunque a conseguire il dottorato in medicina a Venezia (1514). Come tutti i giovani rampolli veneziani, cominciò un promettente cursus honorum (aveva notevoli dote sia fisiche che intellettive) che lo vide eletto savio agli Ordini, lettore di filosofia alla scuola di Rialto, nominato luogotenente della Patria del Friuli, eletto ambasciatore ordinario presso l’imperatore, savio di Terraferma, entrò poi a far parte del collegio delle Fortezze, eletto riformatore dello Studio di Padova, venne eletto censore, ambasciatore a Roma, membro del Consiglio dei dieci, senatore, poi fu eletto fra i tre conservatori ed esecutori delle Leggi ; fu quindi savio del Consiglio e successivamente consigliere ducale, eletto tra i correttori della promissione ducale, venne eletto podestà a Padova.Nel 1559 fu eletto ambasciatore straordinario al nuovo re di Francia, il quindicenne Francesco II, assieme a Bernardo Navagero. Nel venne nominato ambasciatore al concilio di Trento, assieme a Matteo Dandolo. Ebbe addirittura il titolo di procuratore di S. Marcode ultra. Nel 1572 venne inviato, assieme a Vincenzo Morosini e Andrea Badoer, come ambasciatore straordinario a Roma, in occasione dell’elevazione al pontificato di Gregorio XIII. Negli anni che seguirono fu sempre presente tra i savi del Consiglio e nella zonta del Consiglio dei dieci. Divenne doge nel 1578. Nonostante l’età, specie per l’epoca assai avanzata, il suo dogado durò più di sette anni e lo vide molto attivo e presente nell’amministrazione dello Stato. Durante la crisi interna del 1581–82, che portò alla riforma del Consiglio dei Dieci, rappresentò un riferimento per i giovani politici. Morì nel 1585 alla veneranda età di novantaquattro anni. Nel 1520 sposò Arcangela di Alvise Canal che gli diede Antonio e Paolina. Tra gli illustri membri della famiglia, vari ecclesiastici: Antonio Da Ponte († 1429), che fu, tra l’altro, patriarca di Aquileia dal 1409 al 1412; Lorenzo Da Ponte (1695–1768), che fu vescovo di Ceneda dal 1739 al 1768; Paolo Da Ponte, O.C.D. (1709–1791), che fu vescovo di Torcello dal 1773 al 1791; e Bonifacio Da Ponte, O.S.B.Cam. (1726 – 1810), che fu Vescovo di Capodistria dal 1776 al 1810. Dopo la caduta della Serenissima, i Da Ponte ottennero il riconoscimento della propria nobiltà da parte del governo imperiale austriaco (Sovrana Risoluzione del 30 novembre 1817); successivamente furono innalzati alla dignità di Conti dell’Impero austriaco con Sovrana Risoluzione del 3 febbraio 1820. Nobili. Domiciliati in Padova. Figurano già tra i padovani dal 1239. Sin dal 1627 questa Famiglia porta il fregio di nobiltà conseguita colla sua aggregazione al Consiglio nobile dei Padova. Era anche insignita del titolo di Conte e Cavaliere che con Breve a 5 maggio 1689 del Cardinale Negroni a ciò autorizzato dal Sommo Pontefice Innocenzo XI fu concesso al suo ascendente Girolamo ed i suoi successori. Fu confermata nobile con Sovrana Risoluzione 10 ottobre 1819. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Da_Ponte; Da Ponte – Dizionario Storico-Portatile Di Tutte Le Venete Patrizie Famiglie; Da Ponte – Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle provincie venete; http://www.treccani.it/enciclopedia/nicolo-da-ponte_(Dizionario-Biografico)/)) 1788 – 1872
1788
Nel 1788 la Villa entra nel patrimonio della famiglia Da Ponte, di Zuane Lorenzo e fratelli, figli di Lorenzo III Da Ponte.
“Il 12 maggio 1797 cadeva la Repubblica di Venezia. Dopo una dominazione di quasi quattrocento anni, il territorio padovano passava definitivamente di mano avviandosi verso un percorso che lo avrebbe portato prima alla sottomissione ai Francesi, poi all’Austria per passare definitivamente, nel 1866, a far parte della nazione italiana. Erano stati quattrocento anni di sviluppo, un lungo periodo di pace, ad eccezione della guerra di Cambrai dal 1509 al 1516, un periodo di prosperità durante il quale il territorio era stato colonizzato e migliorato dalle famiglie patrizie veneziane che qui venivano ad investire i guadagni dei commerci marittimi. La reggimentazione dei fiumi, l’innalzamento degli argini, l’uso ottimale delle acque, la bonifica e l’introduzione delle coltivazioni di molti territori prima abbandonati furono il risultato degli sforzi dei “Provveditori sopra ai beni inculti” e una delle conseguenze fu l’edificazione delle molte splendide ville gentilizie, soprattutto lungo l’asta del Brenta, che ancor oggi impreziosiscono il territorio padovano rendendolo unico nel suo genere”.[1]
[1] Martinello Renato – Mazzonetto Francesco, Campo San Martino, storia e attualità di un Comune del Brenta, Limena (PD), Daigo Press s.r.l., 2009, p. 131
1822
Nel 1822 con la divisione dei beni di Lorenzo Da Ponte, detto Antonio, il 17 agosto la Villa di Presina passa in eredità alla figlia Andrianna, che il 24 novembre 1824 sposa il Conte Girolamo Bollani, il quale più tardi, nel 1851, rinuncia al suo usufrutto.
1872
Nel 1872 alla morte della Contessa Andrianna Da Ponte Bollani la Villa passa alla figlia, la Contessa Elisa Bollani Custoza, sposata con l’avvocato Conte Cavaliere Sante Custoza.